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Presso queste famiglie si recava un picchetto di soldati, i quali dopo avere vanamente interrogati sul conto dei renitenti i componenti la famiglia cui spettavano, si installavano nella casa abitata da essa famiglia, e l’occupavano militarmente senza tuttavia darle danno di sorta, o costarle la benchè menoma spesa.

Ma v’ha egli bisogno di dire che a lungo andare e coi costumi riservati delle popolazioni meridionali, che son gelosissime del loro interno l’aver continuamente quei forestieri nelle loro stanze, il vederli assistere ad ogni loro faccenda, impassibili ed anche riservati e decenti, gli è vero, giacchè gli ordini i più rigorosi erano stati dati in proposito, diveniva alle famiglie sottoposte all’occupazione un supplizio insoffribile?

Quindi se esse erano di mala fede e sapendo ove si refugiava il renitente, si erano fino allora rifiutate a palesarne l’asilo, cambiavan d’avviso e facevano le più complete rivelazioni che assicuravano il rintracciamento di esso; oppure, benchè ignorassero davvero il refugio del ricercato, onde sottrarsi alla tortura morale dell’occupazione, si davano tanto attorno e s’industriavano tanto per fornire più chiari lumi alle autorità che queste non tardavano ad ogni modo a rimettersi sulle tracce del fuggitivo. Dimenticavamo di dire che nel tempo in cui nell’interno dell’abitato, città, castello, borgo o villaggio che fosse, si procedeva a queste operazioni, il caseggiato era tutto chiuso entro un cordone di truppe le quali non ammettevano che niuno uscisse od entrasse se non dava conto di sè, in modo da stabilire indubitabilmente la propria identità.

Bisogna dire che questo sistema è stato trovato da molti in Sicilia abusivo, tirannico, e che ha sollevate assaissime proteste, le quali hanno avuto un eco dei più romorosi in Parlamento. Esso ha riversato sopra il prode generale Govone che ne è stato l’ordinatore, un’impopolarità accresciuta ancora per le giustificazioni da esso date intorno al suo operato in seno alla Camera.

Per essere sinceri noi troviamo che anche in que-