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È nato in Fivizzano della Lunigiana, da una nobile ed antica famiglia, che per parte del padre, ha lo stipite in Siena, e discende da un ramo della principesca di Roma; per parte di madre (contessa Benedetti) si unisce ai Sarteschi, famiglia essa pure di antica e nobilissima schiatta. Ma se il Chigi nacque toscano, fu educato nel collegio della marina militare di Genova, d’onde uscì col grado di alfiere.

I servigi resi da lui nella marina Sarda, furono dei più brillanti, tanto che, giovine ancora, si ebbe il comando di una corvetta, colla quale si distinse in ispecialissimo modo nella spedizione contro Tripoli di Barbaria, che gli valse la promozione a un grado superiore, e la decorazione dei valorosi.

Il granduca di Toscana, ov’egli tornava a quando a quando a visitare la famiglia, volle far a qualunque patto l’acquisto di un così brillante ufficiale che d’altronde era nato sul suolo toscano. Dietro dunque i reiterati inviti di Leopoldo II, il Chigi si dimise non senza rammarico dal servigio sardo, e accettò il grado di colonnello nell’armata Toscana, e il governatorato dell’isola dell’Elba.

In questo mezzo, sopraggiunsero gli avvenimenti politici del 1848, e a Corradino Chigi, promosso generale, fu affidato un comando importante nell’esercito toscano che mosse a guerreggiare allato ai Piemontesi sui campi di Lombardia.

Chi è che non conosce la celebre giornata di Curtatone? Chi è che non ricorda fremendo d’ammirazione, l’eroica condotta del piccolo esercito toscano, in quella tremenda fazione che contribuì tanto al proseguimento della vittoria di Goito?

Eppure bisogna convenirne oggidì, si faceva un ben mediocre caso del corpo d’armata che veniva dalla Toscana in soccorso ai Piemontesi; si diceva che