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non si può negare rendesse un tempo segnalati servigî alla causa nazionale col tener desta non solo, ma coll’eccitare anche la fiamma del patriotismo, quantunque in seguito sia stato cagione di molti danni, e serva ancor oggi d’inceppamento al lento, ma securo progresso delle cose d’Italia.

Il Mordini, fattasi una certa reputazione d’ardente patriota, d’uomo intraprendente sin quasi all’eccesso, di mente sveglia e di molta penetrazione, fu dal Guerrazzi scelto a ministro dell’interno (non sappiamo bene se questo titolo fosse bene adatto all’incarico affidato in allora al Mordini) in quel cortissimo e pazzo periodo che successe alla fuga di Leopoldo II in Gaeta.

Il Mordini non ebbe certo occasione in quella circostanza di mostrare i suoi talenti come amministratore, in quanto che da poco era installato nel suo ufficio, quando a furia di popolo ne fu discacciato. Egli se ne uscì cheto da una porticciuola di Palazzo Vecchio e lasciò il Guerrazzi a strigarsela coi Fiorentini.

Da quel momento il Mordini errò qua e là in paesi stranieri ed in Piemonte, sola terra d’Italia in cui gli fosse concesso di porre i piedi in securtà.

Venuto il 1860, compiutasi la meravigliosa spedizione di Marsala, riuscita a male, per motivi che non è qui il luogo di esporre, la vice-dittatura del Depretis, Garibaldi elesse a quell’ufficio il Mordini, eccitando così la generale sorpresa, e bisogna anche dirlo, i timori e l’indignazione di molti.

Entrato in carica il nuovo pro-dittatore, non meritò abella prima i plausi di alcuno; ma non può neanche dirsi che si guadagnasse severissimi e ragionevoli rimproveri.

Noi non istaremo ad esaminare gli atti del Mordini durante il suo governo in Sicilia. Questi atti sono stati più di una volta attaccati in Parlamento, ed il Mordini, eletto deputato nel 1861, potè da per sè stesso difenderli con energia, se non vittoriosamente. In sostanza, ciò che particolarmente gli si è avuto a rinfacciare, è stato di aver sollevati un po’ spensieratamente i suoi amministrati da molti dei balzelli che li gravavano. Abbiamo detto spensieratamente, ma vi