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marina doveva esser retta da un generale dell’armata di terra. Ma in verità, ove si rifletta che gli ufficiali di Stato maggiore sono tenuti ad avere cognizioni molto vaste, e che sino ad un certo punto si estendono anche a quanto può riguardare l’organismo del dipartimento marittimo, e soprattutto ove si consideri che è già prevalsa in molti Stati la massima, che alcune amministrazioni, come quelle appunto dei lavori pubblici, della marina, d’agricoltura e commercio, non sia necessario vengano dirette da uomini tecnici, ma semplicemente da abili amministratori, si dovrà ammettere che la nomina del Cugia era giustificabilissima. Il fatto, del resto, è venuto a sorreggere la veracità di quanto abbiamo asserito, mentre non sappiamo che l’amministrazione del Cugia sia ad alcuno sembrata meno che abile, solerte ed attiva, e non abbia in tutto e per tutto corrisposto alla difficoltà delle circostanze e all’importanza della materia.

Il Cugia, caduto per i casi di Torino il ministero di che faceva parte, si è ritirato, per poco, crediam noi, nella nativa Sardegna, dalla quale non tarderà a rientrare nella cerchia degli affari, in cui il suo ingegno, le sue qualità e il suo grado gli assegnano elevatissimo posto.




GENERO FELICE


deputato.


È un banchiere dei più cospicui di Torino. Egli è mescolato a tutte quante le imprese le più considerevoli, che dopo gli avvenimenti pei quali l’Italia è ridivenuta una grande nazione, si sono sviluppate nella penisola, mettendo tutte capo, o avendo una succursale nell’antica capitale del Piemonte. C’è noto che il Genero fa uso generoso della sua splendida fortuna e abbiamo inteso citare molti fatti che ci sembrano onorarlo assaissimo, e render chiara testimonianza della di lui filantropia. Ma siccome non vi è in generale uomo alcuno senza un qualche difetto,