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Il Valerio si è mostrato competente a trattare, non solo le quistioni relative ai lavori pubblici, ma anche quelle riflettenti l’economia e le finanze. Qualche volta gli accade di lasciarsi un po’ trasportare dalla foga di un carattere ardente; ma non tarda a calmarsi e a riprendere, con molta logica e pari pacatezza, il filo del ragionamento.

Egli pure apparteneva alla falange dell’antica maggioranza Cavouriana, e dopo la morte del grand’uomo di Stato sostenne per alcun tempo il gabinetto Ricasoli; fintantochè avvenne quella certa evoluzione che avvicinò al Rattazzi alcuni degli antichi suoi avversari. Caduto il ministero presieduto da quest’ultimo, il Valerio dette molte volte il suo voto a favore del gabinetto Minghetti-Peruzzi, sopratutto quando si trattò d’approvare le nuove leggi finanziarie, distaccandosi a tal uopo con molta longanimità dal gruppo piemontese di cui faceva parte integrante, per sostenere gli interessi del paese in generale e dei suoi elettori (lombardi) in particolare. Si crede che prima o poi il Valerio debba essere un segretario generale dei lavori pubblici bell’e trovato. Nessuno può credere ch’ei vi starebbe fuori di posto.




MINERVINI LUIGI


deputato.


La Camera elettiva possiede, come ognun sa, nel suo seno un numero stragrande di avvocati; e dalla faconda, inesauribile parlantina di questi quanto le discussioni le più semplici e le più urgenti sieno tratte in lungo, chiunque che abbia assistito ad alcuna delle sedate di essa non può certo ignorarlo. La Camera, di più, aveva un Sineo, avvocato egli pure (e quanto!) alla cui loquacità poco amena si era ornai avvezzata, subendola come una di quelle incresciose, ma inevitabili necessità, sotto il pondo delle quali non resta