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Ad ogni modo bisogna convenire che, in quanto a concetto che altri abbia potuto formarsi della di lui abilità, il Sella non ha perduto e forse ha acquistato alcun che per l’operato suo nel breve spazio di tempo in cui è rimasto ministro delle finanze. Uomo di molta penetrazione, di svegliata intelligenza, ha saputo barcamenarsi in modo da non fare addrittura dei passi falsi. Vero è che il sentiero gli era tutto tracciato dinanzi dal suo predecessore, il Bastogi, e ch’egli non aveva proprio altro a fare che lasciarsi andare per quello, guidalo e sorretto ad esuberanza da ogni sorta di consiglieri pratici ed avveduti, alcuni de’ quali trovò al posto, altri scelse e collocò molto accortamente al proprio fianco.

Caduto, in quel tal modo che ognun sa, il ministero Rattazzi, il Sella viaggiò in Inghilterra ove recossi a studiare davvicino l’organismo di quell’imposta detta l’income-tax, che, dietro un disegno del Bastogi, effettuato in gran parte coll’introdurvisi alcune modificazioni dal Sella, e presentato da questi alla Camera, veniva imitata colla legge che doveva gravare tra noi i redditi della ricchezza mobile.

Rientrato in Italia, il Sella si rimise a tutt’uomo alle finanze e prese parte grandissima a tutte le discussioni le quali ebbero luogo intorno ai progetti di legge sul dazio consumo, sulla tassa della ricchezza mobiliare, e sulla perequazione fondiaria. Durante le quali discussioni egli non potè certo mettersi in contraddizione col Minghetti, suo successore alle finanze, d’accordo col quale, o dietro i consigli del quale, egli stesso aveva nel tempo ch’era al potere elaboralo quei progetti; ma messa a profitto la circostanza dell’interpellanza mossa dal deputato Saracco al presidente del Consiglio e ministro delle finanze sulla situazione del Tesoro e sulle condizioni finanziarie dello Stato, si collocò, non senza meraviglia di molti, dal lato dell’opposizione e si attirò qualche replica assai stringente, e non a torto, crediam noi, per parte del Minghetti.

I famosi casi di Torino lo hanno ricondotto al potere e gli hanno ridato in mano il portafogli delle finanze. Noi non crediamo che questo ministero, venuto su in