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noto ad ognuno come egli valga tuttora a dirigerne con molta abilità le fila, tanto che può dirsi non si faccia passo dai liberali della città eterna, senza che il Checchetelli lo abbia ordinato, o almeno ne sia stato avvertito. Noi possiamo dunque asserire senza tema di andare errati che il Checchetelli, standosi a Torino, come egli vi sta attualmente, contribuisca in massimo grado a serbar accesa in Roma la fiamma inestinguibile del patrio amore, e giovi a mantenere viva quell’agitazione la quale contribuisce tanto allo sgomento dei clericali, ed è una protesta continua contro le loro sevizie. Ognun comprende quanto l’azione energica del popolo romano, che ben presto, dietro i patti della recente convenzione conclusa colla Francia, sarà libera di manifestarsi in tutta la sua pienezza, varrà in un avvenire assai prossimo a pronunciare la definitiva condanna del potere temporale e a proclamare l’antica città dei Cesari a capitale del regno d’Italia.

Un collegio dell’Umbria ha eletto a proprio rappresentante in seno al Parlamento nazionale il Checchetelli, dandogli così, e dando a tutta la penisola, un attestato splendidissimo del conto in cui egli è tenuto dai propri compaesani.




D’ANCONA SANSONE


deputato.


È nato a Firenze, ed appartiene a una famiglia che ha un posto assai splendido tra le commerciali d’Italia. Egli ha saputo farsi stimare ed apprezzare in modo speciale pel suo ingegno e per la dottrina, nonchè pei disinteressati sentimenti d’amor patrio che in molte occasioni gli è stato concesso di esternare. Dopo la rivoluzione del 1859, i governanti della Toscana hanno confidato importanti incarichi al D’Ancona, che ha sempre corrisposto ampiamente alla fiducia in esso avuta; e non appena compiuta l’annessione,