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a tal punto, e quando già le voci numerose di «ai voti! ai voti!» sorgono numerose da ogni banco, il deputato Sineo non esca fuori con quella sua voce chioccia a domandare la parola. Allora lasciamo pensare, piuttostochè non possiamo descrivere, qual tempesta si sollevi in seno all’onoranda assemblea, e come i rifiuti i più clamorosi piovino adosso al Sineo da ogni parte, il quale, senza scomporsi il meno del mondo, abituato come è a navigare in quel mar procelloso, rimane ritto e securo, col suo solito sorriso stereotipato sulle labbra, tanto che infine, e Camera, e presidente devono pur cedere d’innanzi tanta incrollabile costanza, ed il Sineo ha facoltà di parlare. Vero è che allora con una rapidità che ha del portento i deputati fuggono per quante aperture ha il vasto recinto, e i banchi si vuotano in un baleno. Neppur questo basta a scoraggiare l’imperterrito oratore; che con quel suo tuono, agro, nasale e discordante, che irrita i nervi delle più placide persone, incomincia una lunga filastrocca in cui è ben raro che si riscontri un’idea nuova, o un concetto di qualche effettiva importanza.

Per molti è un mistero questa terribile bramosia del Sineo di aringare ad ogni costo, e contro tutti, tanto più, che come abbiam detto, non v’è caso ch’egli abbia mai ascoltatori; ma alcuni sostengono, ch’ei parla semplicemente pel piacer di parlare, e per udire ei stesso il suono delle proprie parole. Ad ogni modo è necessario constatare che non v’ha legge che si discuta in Parlamento, alla quale il Sineo non proponga uno, o più emendamenti; e non v’ha emendamento del Sineo che non venga inesorabilmente respinto.

Il Sineo è stato ministro di grazia e giustizia. Lo fu per pochissimi giorni, ed in quelli, si dette un da fare straordinarissimo. Bisogna credere ch’egli non dormisse nè dì nè notte, poichè assegnava delle ore d’udienza straordinarissime; così ci è stato detto da persona degnissima di fede, di aver ricevuto da lui invito di udienza per le tre antimeridiane, e sappiamo di altri che altri inviti ricevettero pure ad ore insolitissime. Da quel momento in poi, cioè, dal tempo in cui ha