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Studiò privatamente avendo a direttore della sua educazione uno zio paterno, Matteo Mazziotti, uomo di molto sapere, che infuse nell’animo del giovinetto, col fargli meditare i migliori libri dell’antichità, nobili e patriotici sentimenti.

Il padre del nostro protagonista, involto nelle cospirazioni che si ordivano nel Cilento per abbattere l’antizionale governo dei Borboni, venne, per ordine espresso del celebre Del Carretto, arrestato il 13 dicembre del 1828 e tradotto nelle carceri di Salerno, ove morì affetto da febbre petecchiale, non curata in quel luogo come avrebbe dovuto e potuto esserlo.

Francesco Mazziotti, dopo aver assistilo alla morte sì crudele e precoce dell’amato genitore, malato egli pure e col cuore e la mente sconvolti, si ridusse in Celso, ove al dolore fece succeder ben presto l’implacabile desiderio di vendetta contro i carnefici del padre. Quindi è che non mancò mai occasione di cospirare a danno del governo, e queste occasioni si presentavano spesso, giacchè ogni anno può dirsi si tentasse nel Cilento un movimento insurrezionale.

Dotato di fervida fantasia e dell’igneo temperamento dei meridionali, cercò pure uno slogo al cruccio ond’era amareggiato il proprio animo col dettare molte poesie, alcune delle quali politiche, disperse poi e distrutte nelle varie perquisizioni praticate presso del nostro protagonista dagli sbirri borbonici.

Costretto a fissare per espresso ordine sovrano la propria dimora in Napoli, egli trovò modo di conservare secrete politiche corrispondenze co’ suoi compaesani, dimodochè quando scoppiò nel 1848 il movimento del Cilento e quello di Salerno, si può dire che il Mazziotti ne fosse uno de’ principali istigatori. Nè tardò egli a recarsi colà di persona, sebbene esistessero ordini severissimi contro di lui, trasmessi alle truppe, spedite io quelle provincie per ispegnere nel sangue la rivoluzione.

Promessa da Ferdinando II la costituzione, il Mazziotti venne eletto deputato della provincia di Principato Citra, ed assistette in tal qualità alla seduta preparatoria tenuta nella sala del palazzo civico di Mon-