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datori del Movimento; nel tempo stesso in cui forniva articoli all’Archivio triennale delle cose d’Italia e al Messaggere Torinese, alla Ragione, alla Rivista Contemporanea e al Diritto. Egli ha inoltre pubblicato una ventina di volumi su varie materie, i quali sono generalmente assai apprezzati, e che non possono che confermare i lettori nella buona opinione che tutti hanno del loro autore.

Fin dal 1860 il primo collegio di Cremona ha inviato il Macchi in Parlamento, ed ha fatto dono alla rappresentanza nazionale di uno dei più attivi e valorosi suoi membri. L’assiduità del nostro protagonista ad intervenire alle riunioni degli ufficî è proverbiale, tanto che si può assicurare esservi ben pochi progetti di legge di una qualche importanza delle cui commissioni egli non faccia parte.



FRANCESCO BRIOSCHI


deputato.


Anch’egli è milanese, e uno di coloro che si distinsero giovanissimi tanto per la vivacità dell’ingegno, quanto per il fervore dell’amor patrio. Studiosissimo in modo da passare lunghissime ore allo studio, e a uno degli studî i più serii che esistano, quello delle matematiche, non mancava nel tempo stesso di prender parte a quei generosi tentativi di moti rivoluzionarî che mettevano capo alla grande sollevazione del 1848. La polizia austriaca lo prese in sospetto, e lo arrestò, il giorno avanti a quello, in cui scoppiò il celebre moto milanese. Tantochè il Brioschi non ebbe a restare per lungo tempo prigione, potendo anzi l’indomani del suo arresto ricuperare la propria libertà. Il governo provvisorio, onde ricompensare lo zelo del patriota e l’ardore allo studio del giovine cittadino, gli concesse la cattedra di matematica al Liceo di Porta Nuova, carica che egli perdette una volta tornati gli austriaci in Milano.

Svanita ogni speranza di pronta redenzione della