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a riporre il Piemonte nel concerto delle potenze europee, e i trattati commerciali conclusi colla Svezia, colla Danimarca, col Belgio, coll’Inghilterra e colla Francia sembravano ispirati dal desiderio di legarsi in più intime ed amichevoli relazioni con questi Stati. Crediamo far cosa grata il riprendere, in ciò che riguarda più specialmente la definizione del piano politico seguito dal conte di Cavour, la citazione dell’opera del Bonghi. Dopo aver questi ricordato come le alleanze commerciali non sarebbero bastate a tôrre il Piemonte dalla solitudine in cui esso si trovava in Europa, continua così:

«Due nemici aveva già certi e dichiarati, due nemici i quali non aspettavano se non una propizia occasione di compiere la sua rovina, Roma ed Austria.

«Le necessità stesse della libertà, gli effetti stessi i più semplici, i più naturali, i più inevitabili del concetto moderno dello Stato, mettono in una guerra aperta e continua con Roma qualunque Stato oggi riformi sè medesimo e accetti, rispetto al giure pubblico, civile ed ecclesiastico, le conseguenze della scienza e della storia ne’ tre ultimi secoli. II Cavour sostenne da deputato la riforma del foro ecclesiastico, proposta dal Siccardi, e da ministro, assentendo e difendendo la presentazione della legge sulla soppressione di parecchie comunità religiose e di quella sul matrimonio, continuò ad asserire l’indipendenza del potere civile e la necessità di costruire lo Stato laico. Pure, anche in questa parte mostrò quella sua propria indipendenza e fermezza di giudizio, giacchè si rifiutò sempre di proporre l’incameramento dei beni ecclesiastici, parendogli che fosse un provvedimento da cui dovessero tornare effetti contrari a quelli che si auguravano coloro i quali se lo proponevano; giacchè non si potesse argomentare che ne avesse, per prova di logica e di fatti, a resultare altro che una maggior dipendenza del clero da Roma, ed una maggior scissione di esso dalla società civile, con cui non avrebbero più avuto comune nessun interesse.

«Roma, la quale vedeva per la prima volta ripenetrare in Italia dei concetti e de’ propositi i quali essa