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al muro, aprire le finestre, e mentre una parte dei suoi faceva improvvisamente una scarica contro il nemico, altri, con esso lui alla testa, ascendevano sulle mura e lo fugavano, e gettati i cannoni giù dalle mura, li trascinarono tosto in salvo. Fatto il colpo, le truppe ripresero le primitive posizioni. La destrezza e l’audacia ricevettero i meritati encomi dal Narvaez, il quale non tardò molto a promuovere Enrico Cialdini al grado di capo-battaglione.»

Presa la capitale, Cialdini lasciò lo stato maggiore ed entrò nel reggimento Ferdinando, nel quale indi a poco ebbe il grado di tenente-colonnello.

Essendosi deciso di organizzare un corpo di gendarmeria sul modello della francese, Cialdini vi entrò col grado di comandante e vi fu promosso nel 1847 a tenente-colonnello. Il capo supremo di quel corpo, duca di Alnunada, prese a stimare moltissimo il Cialdini e gli dette prova non dubbia del caso che faceva di lui, inviandolo a Parigi in commissione, per istudiar bene l’organismo della gendarmeria francese, onde introdurre utili ammeglianienti nella spagnuola.

«E mantenne la parola, dice l’autore anonimo della biografia del Cialdini dalla quale prendiamo in prestito queste notizie. Appena udì i primi romori di guerra nel 1848, appena seppe l’Italia in armi e Carlo Alberto sceso in campo per sostenere i conculcati diritti, decise di partire immediatamente dalla Spagna e correre nella penisola italica ad offrire i propri servigi. Non lo ritenne splendidezza di posizione e suppliche d’amici che lo avrebbero voluto spagnuolo; ma egli sapeva d’essere italiano e non voleva riposare sugli allori acquistati, mentre nella patria sua si combatteva una guerra di vita o di morte.

«E se ne venne. Giunse a Modena; ma il comando delle truppe regolari era già stato affidato a Cucchiari; delle irregolari non voleva saperne. Gli si offerse quello della gendarmeria che si stava ordinando; ma non potè soffrire gl’indugi nemmeno d’un giorno; al suo orecchio tuonava di continuo il cannone del Mincio e parevagli mille anni d’essere sul terreno dell’azione. Andò a Milano.