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rini del collare dell’ordine supremo della SS. Annunziata.

Poco tempo dopo, caduto il ministero Rattazzi e incaricato dal Re il conte di Cavour di comporre un nuovo gabinetto, affidava il portafogli dell’interno al Farini, che lo resse fino al momento in cui, compiuta l’annessione dell’ex regno di Napoli al regno italiano, il Re condusse seco il nostro protagonista nella capitale delle due Sicilie e gli affidò il supremo governo di quella provincia col titolo di suo luogotenente.

Molti hanno rimproverato al Farini di non esser riuscito nella sua missione, e di non aver valuto a districare quella intricatissima matassa delle cose napoletane. — In verità, quando si vede l’insuccesso di coloro che governarono dopo di lui, non si può in coscienza accusarlo d’essere stato di soverchio inferiore a sè stesso nell’accompimento della missione affidatagli.

La di lui salute ebbe molto a soffrire, durante il soggiorno da lui fatto in Napoli, ed ora per ristabilirla e prepararsi meglio alle gravi occupazioni che il paese è senza dubbio disposto ad affidargli, si è ritratto nella sua villa di Saluggia, ove vive vita privata, attorniato dalla sua famiglia e dai suoi più intimi amici.





I tentativi fatti a più riprese dagli Italiani in quel tratto di tempo che corse dal 1821 in poi, se non valsero per sè a redimere l’Italia, pure egli è indubitabile che contribuirono grandemente alla riuscita degli ultimi moti e giovarono anche non poco, inducendo vari coraggiosi cittadini che avevano in quei primi conati preso parte, a dedicarsi al mestiere dell’armi in paese straniero, laddove ferveva una guerra combattuta per cause che con quelle che avevano loro messo le armi in mano nel patrio paese avevan di molta analogia.