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noi di tôrre il Pontefice dalle mani d’una fazione cieca e fanatica, abbiamo in cuore di benemeritare di lui, e della dignità dell’apostolica sede, nel tempo stesso in cui benemeritiamo della patria e dell’umanità. Noi veneriamo l’ecclesiastica gerarchia e tutto il clero e speriamo che seguendo gli ammaestramenti dell’Evangelio, considererà il cattolicismo nella sua vera e nobile essenza civilissima, e non sotto il meschino ed acattolico aspetto d’una intollerante setta. E perchè nè ora nè mai sieno sinistramente interpretate le volontà nostre in patria, in Italia e fuori, proclamiamo altamente di rispettare la sovranità del pontefice come capo supremo della chiesa universale, senza restrizione o condizione veruna; ma per rispettarlo ed obbedirlo come sovrano temporale reclamiamo e domandiamo:

«1.° Ch’egli conceda piena e generale amnistia a tutti i condannati politici dell’anno 1821 in poi, sino a questo punto;

«2.° Ch’egli dia codici civili e criminali modellati su quelli degli altri popoli civili d’Europa;

«3.° Che il Tribunale del Santo Officio non eserciti veruna autorità sui laici, nè su questi abbiano giurisdizione i Tribunali ecclesiastici;

«4.° Che le cause politiche sieno quindi innanzi ricercate e punite dai Tribunali ordinarî, giudicate con le regole comuni;

«5.° Che i Consigli comunali sieno eletti liberamente dai cittadini, ed approvati dal sovrano; che questi elegga i Consigli provinciali fra le terne presentate dai municipali, ed elegga il supremo Consiglio di Stato fra quelle che verranno avanzate dai provinciali;

«6.° Che il supremo Consiglio di Stato risieda in Roma, sovraintenda al debito pubblico ed abbia voto deliberativo sui presuntivi e consuntivi dello Stato, e lo abbia consultivo sulle altre bisogna;

«7.° Che tutti gl’impieghi e dignità civili e militari e giudiziarie sieno pei secolari;

«8.° Che l’istruzione pubblica sia tolta dalla soggezione dei vescovi e del clero, la quale sarà riservata la educazione religiosa;

«9.° Che la censura preventiva della stampa sia