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il doloroso armistizio di Vigevano, e raccolte in Piemonte le truppe, veniva chiamato Dorando a comandare una divisione. Ma nel ritirarsi dal Tirolo soffriva tanti disagi che, percosso in ultimo da insistente infermità, non sentivasi atto al faticoso incarico.

«Più tardi ebbe a pentirsi del rifiuto, perchè la divisione stessa, posta sotto gli ordini di Ramorino, non si trovava quando era d’uopo a guardia del Ticino; onde seguivano fieri disastri.»

Ma ciò che importa conoscere con qualche esattezza ci sembra essere, come venisse dal Durando disimpegnato lo spinoso officio affidatogli dal Governo del Re di alto commissario a Genova, officio che valse al Durando molta impopolarità, senz’alcun dubbio affatto immeritata.

Udiamo come, nelle più volte citate memorie, egli stesso esponga quei fatti:

«Genova stava allora sotto l’influenza del partito democratico. Vi dominavano i circoli popolari, vi si attizzava l’odio contro il Piemonte, il rancore contro Carlo Alberto; l’autorità compiutamente disconosciuta, i cittadini moderati stavano in disparte, la situazione era ardua e piena di pericoli. Le Camere, avendo, dopo la nostra ritirata in Piemonte, lasciati al Re i pieni poteri, si avrebbe potuto dichiarare lo stato d’assedio, ed io avea chiesta ed ottenuta la facoltà di attuarlo in certe eventualità. Codesto provvedimento mi repugnava, a meno che io vi fossi astretto da necessità; mi accontentai, in un proclama che diressi ai Genovesi, di lasciar loro intendere che non avrei esitato a farlo qualora la salvezza del paese lo avesse richiesto; dissi loro apertamente che avrei gettato un velo sulla statua della libertà, frase che io aveva rubata non so se a Montesquieu o a Mirabeau. Tanto bastò perchè diventassi immediatamente bersaglio alle collere dei demagoghi, allora potentissimi, che da tutta Italia si erano dato convegno a Genova.

«Non è a dire quanto impopolare vi fosse diventate il mio nome. Il mio contegno apertamente ostile durante l’emigrazione alle tendenze di Mazzini, la mia insuperabile ripugnanza ad arruolarmi sotto la ban-