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«Si appressavano intanto i giorni luttuosi. Le notizie dei primi disastri sull’Adige giungevano al generai Durando nel mattino del 25 di luglio. Tre giorni dopo gli Austriaci passarono il Mincio; segui la ritirata del nostro esercito, e Peschiera e Brescia e tutte le altre valli di questa provincia trovaronsi esposte ai colpi dei nemici. Dal 27 di luglio, volgendo sempre in peggio le sorti nostre, Durando, privo di superiori ordini, fu compiutamente abbandonato alle proprie inspirazioni. Primiera sua cura fu quella di raccogliere le forze disperse pigliando campo fra il Tirolo italiano e la provincia di Brescia. Nel giorno stesso della dedizione di Milano si fecero dal presidio della Rocca d’Anfo e dalle guide di Tamberg alcune sortite con esito felicissimo. Gli Austriaci si dettero più volte a precipitosa fuga.

«Nel 7 di agosto seguiva una spedizione sopra Lonato e nelle vicinanze di Peschiera. Venuta la notizia degli ultimi disastri in Lombardia, il comandante di Brescia invitava Durando ad unirsi al presidio della città onde concertare la ritirata per il lago d’Iseo e Val Camonica alla frontiera svizzera. Durando avrebbe voluto ritirarsi direttamente in Piemonte, o traversare la Svizzera, secondo i casi. In questo intento, verso il mezzodì del 12 agosto egli moveva verso Brescia, allorchè, con sua grande meraviglia, udiva che la città era sgombra e che gli Austriaci stavano per occuparla.

«Sorpreso, ma non sgomentato, il generale entrava in Brescia. La città era quasi deserta. Dai municipio venivagli presentata la convenzione del 10 agosto a fronte della quale doveva ritirarsi; ma benchè fossero le sue forze notevolmente diminuite, stabiliva di farsi strada verso il Piemonte per Bergamo e Como.

«Sulla via di Bergamo seppe che poco distante dalla città si trovava il generale Schwarzemberg con una brigata e una batteria, e che già le autorità municipali si apprestavano a ricevere le truppe dell’Austria. Ciò non trattenne Durando; anzi, per suo cenno la vanguardia italiana occupava la parte superiore della città mentre gli Austriaci dal lato opposto ne occupavano la inferior parte.