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Alfonso Ferrero della Marmora discende da famiglia nobile e antica, originariamente fiorentina, ma stabilitasi in Piemonte, a Biella, fin dal secolo decimosesto. Alfonso è nato in Torino nel 1814 ed è entrato di buon’ora all’Accademia militare, dalla quale è uscito nel 1825 col grado di sottotenente d’artiglieria. Il futuro generale d’armata era dotato di non comune ingegno, di molto gusto per la carriera militare e di quella fermezza di volontà che porge quasi sempre a chi ne va fornito, prima o poi, l’occasione di riuscire in ciò ch’egli intraprende.

L’esercito piemontese al tempo in cui il Lamarmora prendeva posto nelle sue fila era ben poca cosa. Certo, non mancava di disciplina, ma era più un esercito da parata che una truppa animala da vero ardore marziale e dalla speranza di dedicare il proprio braccio alla salvezza della patria. Le promozioni non avevan luogo che per anzianità, o per favoritismo di corte, c le occasioni di distinguersi e di farsi conoscere più istruito e più valoroso de’ propri colleglli quasi assolutamente mancavano. Alfonso Lamarmora non si lasciava tuttavia scoraggiare dall’arida prospettiva che gli si parava dinanzi, e accogliendo speranze di mutamenti nei destini della patria intraprendeva lunghi viaggi all’estero onde accrescere le proprie cognizioni militari. A tale oggetto visitò la Francia, la Spagna, l’Inghilterra, la Germania, l’Egitto e l’Algeria, ove segui le truppe francesi durante taluna delle spedizioni ch’esse facevano contro l’emir Abd-el-Kader.

Malgrado tanto buon volere, sembrava non glie se ne tenesse gran conto, dappoichè egli dovette restare per ben sette anni luogotenente, e non si fu che all’avvenimento al trono di Carlo Alberto che il Lamarmora era alfine promosso al grado di capitano.

Il nuovo re di Sardegna, che maturava grandi pro-