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meno quattrini. Nessuno sapeva che fossi al mondo, e io voleva farlo sapere. — Diventerò pittore, dissi, e farò parlar di me. — Detto, fatto. Dal maggio all’ottobre per una diecina d’anni, mica un giorno, corsi paesi. Ora in un luogo, ora in un altro piantavo i miei penati in casa d’un contadino, dove pagavo dozzina e viveva con la famiglia. Vestivo quasi come loro, come vestono i meno poveri, cioè una camiciuola, giacchetta di velluto bleu, calzoni idem; aveva un cavallo sferrato, come tutti in Campagna di Roma, sella come i vaccari, vale a dire cogli arcioni alti un palmo davanti e di dietro a mo’ degli uomini d’arme dei cinquecento. Due bisaccie, un cappotto castagno ricamato in seta verde; un pungolo, specie di lancia, ovvero una mozzarella o bastone di corniolo, lungo due metri, con una boccia dello stesso legno in punta. E questi ordigni servono a difendersi dal bestiame che vive alla libera in Campagna di Roma; aveva ad armacollo un buono schioppo ed il coltello nella tasca dritta dei calzoni — sicuro, anche il coltello — paese che vai, usanza che trovi.»

E più lungi:

«M’alzavo col sole; e per prima cosa preparavo la tavolozza e la cassetta, ove stanno tutti gl’infiniti impicci che possono occorrere pel lavoro; che a scordarne un solo c’è il caso di non poter più far nulla. Poi scendevo alla stalla, mettevo la bardella al ciuco, e lo caricavo delle seguenti robe: un pajo di bisaccie con entro la colazione, una bottiglia d’acqua e vino, libri per leggere, album per disegnare, un palosso per isfrascare, tagliare erbaccie e pulire il terreno, ove s’ha a lavorare (palosso che mio padre portava alle cacce di Corte, e ch’era sceso a quest’umile esercizio), cordicella, spago, chiodi, caviglie, ecc.; il necessario insomma per piantar bivacco. A destra della bardella, pendenti in un fascio, cavalletto, ombrello, sediola, spuntone, e la cassetta nella quale riponevo la tela alla quale lavoravo, per salvarla dalle carezze delle frasche e di chi passava. Messo in ordine il ciuco a questo modo, gli saltavo su a sedere colle gambe a sinistra a penzoloni per pareggiare la soma;