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sero adunare accorressero alla capitale il 27 febbrajo distinti dai propri gonfaloni, per fare una dimostrazione onorevole al Re, e chiedergli che concedesse un governo costituzionale ai suoi popoli. Fra i capi dei municipi, gli uni aderirono, altri si peritarono e tacquero, altri fecero aspre rimostranze. Ben comprendeva l’Azeglio essere più che insolito, inaudito il suo ardimento, e più che mai in uno Stato di così severa ereditaria regolarità amministrativa, qual si era il Piemonte; ma pensò che a casi estremi occorrevano estremi rimedi: pensò essergli il pubblico assenso incoraggimento, il pubblico bene discolpa. Se non che, quasi per provvidenza dei cieli, avvennero tra la presa risoluzione e il compimento tai fatti, che ben mostrarono essere talora un nobile ardimento, la più savia delle deliberazioni. Il 29 gennajo re Ferdinando di Napoli, dopo lungo contendere entrato ultimo nella via delle riforme, pubblicava uno Statuto pel Regno. Carlo Alberto a quell’annunzio capì che più non era da titubare: avvertito il municipio, spronato da Pietro Santarosa e l’11 febbrajo leggevasi su per gli angoli di Torino le basi d’uno Statuto costituzionale del Piemonte.

«Nondimeno il Re era stato fino all’ultimo così geloso dell’autorità sua, che, anco poche ore prima che apparisse in pubblico l’aspettato scritto, voleva che ogni assembramento di popolo si sciogliesse, acciocchè da niuna forza esterna paresse il suo volere costretto. Fra per conseguenza tuttavia arduo all’Azeglio e pericoloso il destare per le provincie un tale incendio, che avrebbe potuto aver per disapprovatore lo stesso Re e farlo forse tornare addietro dai primi propositi. A tutti, e per testimonianza propria o per tradizione, è noto il grandioso ordinamento, il fiero spettacolo e il felice esito di quella veramente festa popolare per la ricuperata libertà. La dimostrazione del 27 febbrajo, interrotta da un altro prodigioso annunzio, la caduta di Luigi Filippo in Francia e la proclamazione della repubblica, non sarà mai cancellata dalla storia. Solo le intelligenze superficiali la dissero una mostra appariscente, senza sostanza e senza significato. Gli uomini