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fondò a Bologna un giornale, il Felsineo, che fin dal suo primo apparire si cattivò l’attenzione e le simpatie del pubblico italiano e non tardò ad occupare un posto de’ più onorati tra la stampa periodica di quel tempo. Quel foglio si distingueva sopratutto per la fermezza e la moderazione dei principî che sosteneva e il nostro protagonista vi discorreva con molta dottrina di argomenti economici e morali e vi pubblicava serie considerazioni sulle riforme da introdursi negli Stati della Chiesa in materia di amministrazione.
Nel medesimo tempo il giovine pubblicista presiedeva le conferenze agrarie ed economiche, nelle quali si agitavano le più importanti questioni relative agl’interessi materiali e morali del paese.
Costituitasi a Roma la Consulta delle finanze, il Minghetti fu chiamato a farne parte nel 1847; ma poco rimase a quel posto, chè, formatosi il ministero presieduto dal cardinale Antonelli, allora fautore di libertà! e in cui sedevano il Recchi all’interno, il Pasolini al commercio, il Mezzofanti all’istruzione pubblica e il Giuseppe Galletti alla polizia, al Minghetti fu affidato il portafoglio dei lavori pubblici.
Si mise egli tosto all’opera fervidamente e i suoi disegni erano de’ più vasti, senonchè ben presto la la pubblicazione dell’enciclica avvenuta il dì 29 aprile ebbe ben presto tarpate le ali del suo buon volere, e il costrinse a dare, insieme agli altri suoi colleghi laici, le proprie dimissioni. Da quel momento anzi il Minghetti, ch’era stato, a sua confessione, uno di coloro che si erano lasciati andare a vedere realizzabile la strana utopia d’un papa-re, re costituzionale e italiano, provò un pronto e completo disinganno e si persuase anzi fin da quel punto che papato ed indipendenza nazionale erano inconciliabili. Da quel momento ei ricusò di prender più parte alla gestione dei pubblici affari, e ritrattosi dalla vita politica, benchè le elezioni di varî collegî gli affidassero la Deputazione alla Camera, lasciò lo Stato Pontificio e si recò in Lombardia al campo di re Carlo Alberto, ove offrì i proprî servigî; venne accolto con molto soddisfacimento ed ebbe il grado di capitano dello Stato maggiore. In tale qua-