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trioti, perseguitati, qual più qual meno, dal governo borbonico, sono tutti e quattro professori, e uno di essi, Sebastiano, che ha coperta la cattedra di chimica a Pisa, e che la copre attualmente in Napoli, ha dato alla luce varie importantissime opere e gode di moltissima fama.

Il nostro protagonista è nato nel 1811 a Cardinale nelle Calabrie, ed ha fatti i suoi primi studi a Reggio ed a Napoli, ove si è laureato in scienze fisiche nel 1852. Immediatamente dopo, la città di Catanzaro gli affidava la cattedra di professore di quelle scienze.

Ma il De Luca, anche istruendo gli altri, non cessava dall’istruire sè stesso, e tre anni dopo egli conseguiva la laurea nei diritti civile e canonico.

Da quel momento il giovine sapiente lasciò la carriera dell’insegnamento per accettare il posto di finanziere presso la Corte d’appello di Calabria, carica che ei mutò più tardi con quella anche più onorevole di avvocato presso la suprema Corte di Cassazione di Napoli.

Fino a quest’epoca (1852) il De Luca, che godeva opinione di essere uomo liberale e devoto alla patria quanto altri mai, non aveva sofferto altre persecuzioni per parte del governo borbonico, fuorchè quelle che consistevano in uno spionaggio incessante e in una sorveglianza continua. Ma un bel giorno la polizia invase il suo domicilio, lo arrestò, unitamente ai suoi fratelli e a tutti i giovani che aveva nello studio, e lo tradusse nelle carceri criminali della Vicaria. Lo si accusava di tener corrispondenze criminose all’estero e di aver dato alla luce opere politiche tendenti a screditare il governo borbonico. Il De Luca rimase in carcere durante sei mesi e mezzo. Fu giudicato dalla famosa Corte speciale di Napoli, la quale, benchè ne avesse gran voglia, non potè condannarlo.

Però da quel momento le persecuzioni della polizia verso il De Luca crebbero a dismisura. Egli le sopportava con l’animo queto e securo del filosofo, e come quegli che sentiva maturare i tempi e che teneva per corto il regno della tirannia dover omai essere di corta durata. Tuttavia nei 1858, ricercato, di nuovo dagli