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Ferdinando Maria Alberto Amedeo, duca di Genova, a cui favore militavano la protezione della Gran Bretagna e la popolarità di suo padre Carlo Alberto di Sardegna; ed il figlio del granduca di Toscana che veniva appoggiato dalla Francia. Una proposta partì da Londra per Luigi Napoleone Bonaparte ed un’altra da Parigi per Ruggero Settimo, ma a nessuna di queste due toccò il successo; non alla prima, perchè non volea darsi la corona ad un principe sconosciuto e senza alleanze che avrebbero potuto giovare al paese; non alla seconda, perchè lo stesso Ruggero Settimo, con modestia senza pari, non volle che vi si facesse la menoma attenzione, e considerandola quale una stranezza, sinceramente ne rise. Anzi la sera dell’elezione del re, egli si presentò alla Camera dei comuni per dare il suo voto d’adesione alla nomina di quegli che avrebbe dovuto prendere il posto di lui, giustificando così la generale fiducia nella sua cavalleresca onestà, scevra di qualunque concetto ambizioso o egoista. La sua presenza colmò d’ammirazione e d’entusiasmo i rappresentanti del paese, che lo accolsero con salva di fragorosi applausi e poscia lo elessero ad acclamazione senatore del regno ai diritto, con gli onori di presidente a vita della Camera del Senato, non che tenente generale dell’esercito siciliano, accordandogli in pari tempo, come altra volta fecero gli Stati-Uniti d’America al loro fondatore, la franchigia dei diritti postati pel suo particolare carteggio.

A mezzanotte cominciò la votazione per appello nominale: alle due ore del mattino il duca di Genova, col nome di Alberto Amedeo I veniva proclamato re de’ Siciliani per la costituzione del regno, e il venerabile presidente del governo provvisorio apponeva il domani la sua firma sotto i manifesti che promulgavano la seguita elezione.

Mentre una deputazione, imbarcata sul Descartes partiva alla volta di Genova per offrire la corona e lo statuto al figlio di Carlo Alberto, tristi notizie arrivavano dal continente. A Napoli si soffocava il principio costituzionale nel sangue del 15 di maggio; insorgeva la Calabria e una colonna di circa 900 siciliani sotto il