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lo aperse alla presenza dei membri del comitato; letti i decreti, vennero rigettati come contrari alla costituzione del 1812. La quale ostinazione sarebbe stata inopportuna con altra dinastia, ma allora fu previdente diffidenza, dal passato e dal seguito giustificata, sicchè non è da menarne grandissima accusa ai capi della rivoluzione.

Pel Settimo, inoltre, era questione personale: egli diede prova del più gran disinteresse, ed è da notarsi Il fatto curioso che nella di lui biografia hanno grandissima parte la serie dei rifiuti coi quali egli più volte non volle accettare le cariche e gli onori che gli conferiva malignamente il governo di Napoli. Si fecero dalla Sicilia alcune controproposizioni, forse di soverchio esorbitanti, e Ferdinando le rigettava, vedi derisione! in nome della causa italiana.

Intanto il 27 del marzo si apriva il Parlamento siciliano tra le voci di gioja per l’annunzio del movimento di Vienna. Ruggero Settimo, già eletto deputato di Palermo, alla testa de’ suoi compagni del comitato generale passò per le due strade principali della città per recarsi alla chiesa di San Domenico ove stavano aspettandolo i deputati, i pari e tutti gli alti funzionari, non che le autorità ch’erano state invitate alla solenne apertura. La guardia nazionale e la municipale, non che gli uomini delle guerriglie stavano schierati in due ali nelle vie per dove passava il corteggio; dovunque, nelle muraglie e nei balconi nelle finestre e nei terrazzi festoni, bandiere, drappi, arazzi istoriali, tappeti e nastri; folla di popolo che non è dato immaginare; applausi da render sordi, ghirlande, e fiori da tappezzare il lastrico intero, giubilo generale ed immenso: un vero trionfo, in una parola, un trionfo di quelli che si sanno fare soltanto in Sicilia. Quando poi il comitato giunse a San Domenico le grida di entusiasmo del popolo furono tali e tante che sole bastarono a coprirle le musiche concertate delle bande, lo stormo delle campane e il rombo del cannone.

Ruggero Settimo, dopo il canto Veni Creator Spiritus sali alla tribuna e lesse il discorso di apertura, e in seguito al quadro di quanto fino allora il comitato aveva fatto, continuava con le seguenti parole: