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e tra questi quello che destò maggior controversia fu l’abolizione de’ fedecommessi che in parte vennero annullati. Intanto la regina Maria Carolina sendo già partita alla volta di Vienna, Bentinck reputò la questione siciliana del tutto rassodata, in guisa che sullo scorcio del maggio credette superflua la sua presenza nell’Isola, e lasciando a lare le proprie veci lord Montgomery, s’imbarcò con le truppe anglo-sicule per la Catalogna, dove pensava opporsi alla marcia dei francesi.

Allora si scomhujò la cosa pubblica e quanto si era fatto in lunga pezza stette lì lì per perdersi in un attimo. Doveva riaprirsi il Parlamento e si aveva cura dei nuovi deputati: gli uomini che stavano al potere erano di animo abbastanza ben noto per non giovarsi punto della loro posizione e delle loro risorse affine di avere rappresentanti favorevoli.

Solo un circolo elettorale si formò, ed in esso si contava Ruggero Settimo; ma successo non ottenne, sì perchè loro precipuo intento consisteva nell’escludere solo i partigiani del fedicommisso, sì perchè fidarono in un avvocato e catanese che a nome loro ardì proporre ai collegi vuoti persone tali sul cui capo avrebbe dovuto riversarsi lo sdegno generale.

E la camera dei comuni risultò, per opera di maneggi e d’intrighi, contraria al ministero. Lo stesso sentimento filtrò negli altri braccio fosse versatilità d’indole o per amore del nuovo, o meglio per effetto di raggiri e di mene personali che seppero mettere in uso con iscaltrezza e con profitto quei tali che invidiavano il Castelnuovo o che non amavano l’intero ministero per insofferenza di mortificazioni ricevutene: insomma, per uno di quei fenomeni dell’opinione che sovente ci convincono col fatto della loro realtà, ma che non possono spiegarsi.

Nè i ministri, per quanto fosser puri di animo, si tenner sempre prudenti; avvegnachè alcune destituzioni slanciale su parecchi gentiluomini e lo stabilimento di una commissione militare per punire quelli che avean preso parte a certi disturbi avvenuti in occasione delle feste di santa Rosalia, guadagnassero loro l’avversione di molli. Destituiti e condannati col co-