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nato, e lo stesso Bentinck rinunziò alla pretensione della solenne abdicazione del re in favore del figlio Francesco, pervenne ad ottenere il vicariato del principe erediario con l’alter ego, l’allontanamento dei napoletani, il cambiamento del gabinetto e la revocazione dell’ultima tassa, causa di tanti turbamenti; ed infine per sè il comando militare generale. Qui comincia a figurare per la prima volta il nome di Roggero Settimo nelle faccende amministrative dello Stato. Avvegnachè, essendosi lord Bentinck incaricato della composizione del nuovo ministero, prevalesse sulle prime il progetto di nominare il principe di Cassero solo segretario di Stato e di eleggere poi quattro direttori per cooperare nei diversi dipartimenti, e tra costoro si vedea quasi con certezza sarebbe sialo chiamato per la marina l’illustre ufficiale di cui scriviamo la vita.

Ma insorte altre difficoltà, si abbandonò tale pensiero, rimettendosi la composizione dopo l’arrivo de’ cinque baroni prigionieri, che erano stati richiamati dal nuovo governo, e il cui ingresso a Palermo potè dirsi un trionfo per calca di popolo e per espansione di affetti e di plauso.

Più giorni trascorsero invano, e per le suscettibilità di alcuno e l’ambizione di altri il gabinetto non potè esser formato prima degli ultimi giorni del marzo. Alla fine così venne composto: affari esteri il principe di Belmonte; grazia e giustizia il principe di Cassero; finanze il principe di Castelnuovo; e per la guerra e marina il principe d’Aci, il quale ultimo ebbe la sagacia di scegliersi un buono ed intelligente compagno, nominando Ruggero Settimo a suo direttore.

Così era entrato l’anno 1812, in cui dovea fiaccarsi tutta l’arroganza ed albagia di Ferdinando, di sua moglie e dei perfidi consiglieri d’entrambi.

Così il popolo respirava una volta, e nella coscienza della nullità d’un piccolo Stato, ringraziava con grandi dimostrazioni l’onnipotente proiettore che in un batter d’occhio aveva cambialo dei lutto la scena. Così finalmente inauguravasi il nuovo liberale ministero, dal quale in quelle emergenze si aspettava molto e pur molto.