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Nel 1848 prese parte attivissima all’insurrezione, e quando nell’agosto gli austriaci rioccupavano Milano, egli trovavasi in Valtellina, speditovi dal comitato di difesa per sollecitare la leva in massa.

Visse indi fino al mese di dicembre di quello stesso anno nei cantoni Ticino e Grigioni, cooperando a quei tentativi di riscossa.

Chiamato allora a Milano dal padre gravemente ammalato, si pose alla direzione degli affari dello studio, durante il lungo periodo di quella malattia che condusse il di lui genitore alla tomba.

La numerosa clientela che onorava quest’ultimo della propria fiducia, continuò a riporre la stessa fiducia nel nostro protagonista che si ebbe inoltre la stima de’ propri colleghi e quella dei giudici.

Durante quanto fu lungo il decennio, il Gadda si tenne d’altronde sempre in istretti rapporti cogli uomini che diressero il movimento nazionale, e deve alla fermezza dei suoi amici politici, se non fu ravvolto nei processi che l’Austria fece subire a molti suoi concittadini.

Eletto consigliere comunale della città di Milano, fu scelto a rappresentante del popolo in seno al Parlamento nazionale dal collegio di Erba nella provincia di Como.

Il re Vittorio Emanuele quando visitò la cospicua capitale della Lombardia, nuova e fulgida gemma di cui il suo regai serto adornavasi, nominò l’avvocato Gadda cavaliere dell’ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, insieme a vari altri illustri e benemeriti suoi concittadini.





Dal barone Gaetano e dalla marchesa Casa Macesca ebbe il giorno in Napoli nell’anno 1814.

Educato nel collegio Nazareno in Roma, destinato alla carriera ecclesiastica, resistette ai desideri paterni, e tornò in Napoli ove compì i suoi studi filosofici e