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Non è mio intento, nè potrebbe essere compito mio quello di difendere tulle quante le leggi vennero alla luce in quel periodo di quattro mesi di pieni poteri.

Lo stesso Rattazzi, con quella lealtà che costituisce uno dei lati del suo carattere, non esitò a dichiarare in pieno Parlamento che la brevità del tempo e la fretta in cui vennero compilate lasciarono in alcune di esse le tracce di qualche imperfezione, che l’opera sagace del Parlamento vorrà presto emendare. Ma quando, dopo due anni di prova, ampliato il regno al di là di quanto si fosse speralo, veggo le principali di queste leggi accettate ormai nelle loro massime fondamentali in tutte le Provincie, come sarebbe a dire quella dell’amministrazione provinciale e comunale, quella sul pubblico insegnamento, quella sulle opere pie, quella sulla sicurezza pubblica; quando vedo gli uomini un di più teneri dell’autonomia amministrativa, come il Ricasoli, accoglierle e far loro buon viso; quando anche dagli avversari medesimi sento rendere omaggio ai principi che le informano, sono tratto a dire che per esse si fece un gran passo nella via dei miglioramenti e delle libertà, e che la storia segnerà con nota speciale di lode quella pagina in cui narrerassi come un periodo così travaglioso della nostra vita politica sia stato così fecondo nell’opera legislatrice da fruttare tanto quanto probabilmente non sapranno dare dieci sessioni parlamentari.

Le conferenze di Zurigo, conchiudendosi con un trattato che si limitò unicamente a regolare le condizioni della cessione della Lombardia, dovevano naturalmente risollevare ancor più gli spiriti degli Italiani, i quali capivano molto agevolmente che se le questioni dei Ducati, delle Romagne, della Toscana, per l’avvedutezza della nostra diplomazia e la benevolenza della Francia, erano rimaste iusolute, doveano trovare il loro scioglimento anzitutto nel senno e nell’energia della nazione. Se non che a fronte delle aspirazioni del paese, che irresistibilmente tendeva alle annessioni e cominciava ad impazientirsi degl’indugi, il governo era obbligato a procedere riguardoso,