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vera crudeltà. Come era naturale anche la passeggiata andò in fumo.

— Duolmi assai che per causa mia....

— Oh! per me, sclamò Laura ingenuamente, non è la perdita della passeggiata che mi crucci, ma sibbene..... Quivi si arrestò, senz’avvedersene ella entrava in un punto troppo pericoloso; e cambiando tuono d’un tratto disse:

— Ma via, si sieda qui accanto a me, mentre stiamo aspettando i cugini, discorreremo alquanto — Come sta sua mamma?

— Egregiamente.

— Come egregiamente, se ieri ancora?....

— Ah è vero, ma ora ha migliorato d’assai.

— E mi dica in qual modo consumò la sera?

— Stando in casa.

— Proprio..... senza uscir mai?

— Mai.

— Ed ha suonato, senza dubbio.

— No.

— Come, non ha suonato? E che cosa ha fatto in tutta la sera mio bel signore?

— Ho pensato....

— A che cosa?

Ermanno restò confuso. Se Laura avesse avuto un tantino di pratica, poteva subito leggere sul volto di lui quale fosse stato l’oggetto de’ suoi pensieri — Ermanno diffatti era commosso; il suo sguardo non si saziava mai di contemplare quella graziosa figurina, ed ella lasciavasi guardare senza scomporsi.

— E del mio mazzolino, che ne avvenne? chiese Laura sorridendo.

— Lo conservo gelosamente.

— Davvero?

— Certo, è una memoria tanto cara!