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La musica era buona, ma l’esecuzione fu pessima; Laura aveva la voce incerta e tremante. — Naturalmente alla fine tutti gli astanti applaudirono, e la sposa si lasciò cadere spossata per la forza che dovette farsi.

— Per buona sorte, sclamò Ermanno sorridendo, per trovare il suo bene madamigella non ha che a fare un passo..... il signor Filippo è qui.....

Paolo riuscì a staccare l’amico dal pianoforte e conducendolo altrove gli disse:

— Ermanno, tu soffri?

— Io? sei pazzo..... sto benissimo.

— Il tuo pallore è aumentato.

— È la gioia.... l’allegria!....

— Tu hai la febbre; andiamo a casa.

— Mai no; resterò fino alla fine.

— Ascolta Ermanno, sii caritatevole verso quella povera fanciulla..... sii generoso.

— Non le faccio già del male! rispose egli cinicamente; finora non mi sono che congratulato.....

Il signor Ramati non aveva certo invitato il pianista per lasciarlo ozioso, e ad un punto eccitò nel circolo una specie di sommossa; tutti pregarono Ermanno di suonare, ed egli si arrese, a condizione che madamigella Laura gli voltasse i fogli sul leggio.

Era impossibile rifiutarsi.

Egli si assise al pianoforte, e Laura ritta in piedi alla sua destra sfogliazzava nella musica. — Quale diversità! Una volta allorchè egli disponevasi a suonare, ella si collocava amorosamente a lui d’accanto, i loro cuori palpitavano in segreto, e spesso le mani si stringevano furtivamente; ora Laura tremava, Ermanno soffriva, i loro cuori battevano ancora, e più violenti, ma per angoscia.....

Ermanno scielse, non a caso, la Grande Polonnajse