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render conto un giorno, e la coscienza m’impone un riparo alle deplorabili conseguenze a cui potrebbe trascinarmi una leggierezza di gioventù.

«Favorisca signor Paolo di significare all’amico suo questa risoluzione che mi detta il dovere, cerchi di confortarlo, se pur ne abbisogna, e l’assicuri che per parte mia non gli nutro alcun risentimento.

«Mi permetta poi, caro signore, che alla sua prima venuta in casa nostra, io le consegni tutte le lettere di Ermanno; sono preziose memorie che non ho il coraggio di distruggere, nè posso ritener meco senza derogare da quella linea di condotta che m’impone il mio dovere. — Faccia ciò che crede di quelle carte, giacchè per conto mio sono certa di fare il meglio rimettendole a lei.

«Perdono di tutto cuore ad Ermanno, dimenticherò le sue amare espressioni, ma richiedo da lui altrettanto oblio su quanto avvenne. — Riguardo a lei signor Paolo, che fu finora affettuoso testimonio delle mie azioni, non ho alcuna raccomandazione a fare. Io la conosco perfettamente, e so che per ogni evento noi saremo sempre buoni amici.

«Venga presto a trovarci, e mi creda di lei affezionatissima

Laura».


Paolo ad Ermanno.

«Troverai colla mia una lettera di Laura.... Voglio dire di madamigella Laura Ramati. Leggila prima d’ogni cosa, ed ascolta poi quanto vado a dirti.

«Non è certamente questo il caso di ritornarti alla mente come altra volta io biasimai la fiducia da te riposta in quella signorina, troppo bionda per esser