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reva che lo scopo predominante fosse la grammatica. — Noi presentiamo questa lettera al lettore, pregandolo di riflettervi sopra se sembra possibile che dopo due mesi appena si possa giungere a tanta indifferenza.


Ermanno,

15 Dicembre

«Giacchè tu ti ostini a tacere, rompo per la prima il ghiaccio per darti nuove di me e della mia famiglia. Io sto bene, altrettanto mamma e papà, e spero che tu pure ti troverai in sì favorevole condizione. Debbo chiederti tante scuse per non averti scritto come ti promisi, durante il viaggio; ma che vuoi? Firenze coi suoi monumenti toglie ogni modo d’occuparsi; oltre a ciò aggiungi l’essere noi continuamente in giro, giacchè abbiamo peregrinato per tutta la Toscana; vi sono tante cose da vedere in quel bel paese che ci rimaneva ben po’ di tempo per noi.

«Fummo fortunati abbastanza nel nostro viaggio, perchè il cielo fu costantemente sereno; ci fermammo quindici giorni a Firenze, e ti assicuro che non avrei mai più lasciata quella bella città.

«La passeggiata di Lung’Arno è deliziosa, o vi facemmo varie gite in barca al chiaro di luna. Abbiamo visitato Pisa, Pistoja e Livorno; gran bella città quest’ultima, e fu vero peccato che lo zio siasi opposto al progettato viaggio di mare per Genova.

«Ebbi un brutto momento a Livorno, immagina, mancò poco che non rimanessi preda del mare. Eravamo in barca scorrendo tranquillamente quelle onde solcate da tante navicelle; io me ne stava seduta a poppa e per aver tentato d’alzarmi mentre la barca oscillava, caddi nell’acqua. Fui presa e portata sulla riva, e quando ricuperai i sensi mi trovai fra le braccia della cugina che si struggeva in lagrime.