Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
7 |
cori crepuscolari, e balze e falde ampie già immergentisi nelle ombre turchiniccie.
Nessuno dei viaggiatori poneva mente al grandioso panorama; il commesso viaggiatore fumava e consultava annoiato l’Indicatore Generale; il vecchietto smanioso dava i soliti segni di impazienza e di sofferenza. I coniugi Gibella si bisticciavano sottovoce. Martina si era fatta sempre più stizzosa, ed invece di togliersi quel cappellaccio molesto, si levò una scarpa che le dava tormento.
— El savevi già! — brontolò Gaudenzio a quell’atto, e si voltarono le spalle.
Il sole sprazzava gli ultimi dardi squagliandosi in marosi fiammeggianti; le insenature dei monti si riempivano di ceruleo denso, e giù per le falde già sfumanti nel bigio, si indovinava il lago.
A Gozzano tutti discesero. Il vecchietto saltò giù veloce come un cerbiatto e corse barellando al luogo sospirato. Madama Martina si era rimessa la scarpetta, e zoppicava.
Da uno scomparto di prima classe sbucò fuori un giovanotto di perfetta eleganza, correttamente calzato nelle mani e nei piedi; unico viaggiatore da posti distinti, giacchè il vagone di prima classe era tutto per lui solo.