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(143) | rime | 77 |
se più giova men doglia a chi è dannato,
che ’n ciel non nuoce l’esser men beato.15
141
Perc’all’alta mie speme è breve e corta,
donna, tuo fé, se con san occhio il veggio,
goderò per non peggio
quante di fuor con gli occhi ne prometti;
ché dove è pietà morta,5
non è che gran bellezza non diletti.
E se contrari effetti
agli occhi di mercé dentro a te sento,
la certezza non tento,
ma prego, ove ’l gioire è men che ’ntero10
sie dolce il dubbio a chi nuocer può ’l vero.
142
Credo, perc’ancor forse
non sia la fiamma spenta
nel freddo tempo dell’età men verde,
l’arco subito torse
Amor, che si rammenta5
che ’n gentil cor ma’ suo colpo non perde;
e la stagion rinverde
per un bel volto; e peggio è al sezzo strale
mie ricaduta che ’l mio primo male.
143
Quant’ognor fugge il giorno che mi resta
del viver corto e poco