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chè il sistema sotto il quale dovette soccombere la ragione di Passanante e di Acciarito, la vita di Bresci e di altri sconosciuti mi é stato applicato otto lunghi anni.

Non voglio annoiare i lettori con una descrizione dettagliata della toeletta che si subisce entrando al bagno. Basta sapere che quando vi chiudono in una cella che sarà la vostra tomba non vi lasciano nulla.

Nè calze, nè mutande, nè fazzoletto, nè tovagliolo: nulla. La notte si è legati sul letto: la notte che per tutti coloro che soffrono è il riposo, l’oblio, la pace, pei prigionieri al bagno è lo spavento perchè per essi non vi è nè riposo, nè pace.

Ogni mezz’ora tre sbirri accompagnati da un sotto-capo, irrompono fragorosamente e brutalmente nella cella, per ispezionare le spranghe della finestra, i muri, il suolo, la catena del prigioniero, frugargli nelle orecchie, nella bocca e in altre parti del corpo per assicurarsi che non abbia nascosto né un filo, nè uno spillo, nè un lembo di cencio, nè un pezzettino di carta. E si veglia costantemente su lui.

È un supplizio inenarrabile pel povero sepolto vivo; è l’occhio che lo guarda, che lo spia, che turba la pace della sua tomba e del suo cervello.. Nei primi tempi non vi ha fatto grande attenzione; ma di mano in mano che il corpo dimagrisce, il cervello indebolisce, i nervi si irritano, la ragione se ne va, l’energia e la volontà si smussano; il vuoto, il terribile vuoto sempre più lo circonda.

Nel momento in cui il prigioniero ha bisogno di essere solo e di trovare nel raccoglimento un poco di forza, il nemico raccoglie i suoi moti, i suoi sospiri, gioisce delle sue angoscie, indovina le palpitazioni del suo cuore e li registra, perchè tutto é delitto, anche le sofferenze.

I minimi movimenti sono rimarcati, notati, come lo sono i lamenti di dolore, le grida d’angoscia