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E il medesimo grande poeta, nel Novantatre:

Il faut faire la guerre à la femme
Quand’elle se nomme Marie-Antoniette,
Au vieillard, quand il se nomme Pie VI Pape,
Et à l’enfant, quand il se nomme Louis Capet.

E Danton, Cambacères e Victor Hugo, e compreso il grande Carnot, hanno dei monumenti e delle strade a Parigi ed in tutta la Francia, e il grande poeta in tutto il mondo.

Lorenzo de Medici che uccise a Firenze il bastardo di papa Clemente VII, Alessandro de Medici, lo rappresentano nei teatri ed è sempre applaudito. Ravaiiac e Jacques Clement, che uccisero i re di Francia Enrico III ed Enrico IV, furono santificati dalla Chiesa.

I libri santi sono pieni di eccitazioni e di apologie al regicidio.

A proposito di una polemica sui regicidii, il giornale Le Peuple di Bruxelles cita passaggi di un articolo scritto all’indomani dell’attentato contro l’imperatore di Russia compiuto da Luigi Veuillot, il giornalista così ammirato dai clericali. Vale la pena di riprodurlo:

“Quando ai tiranni della prima specie, cioè gli usurpatori, tutti membri dello stato di cui si sono impadroniti violentemente, si possono uccidere perchè non sono veramente dei re, ma al contrario nemici dello Stato. E così che Aod uccise Eglon re dei Moab, che non era il vero re, ma il tiranno del popolo di Dio; così Giuditta, Oloferne, Gioele, Sisar, ecc., ecc.....”

Tale è l’insegnamento di San Tommaso e d’un gran numero di dottori. Essi dicono che questi tiranni non sono re del popolo, che tiranneggiano e che per conseguenza i decreti dei Concilii che proibiscono di attentare alla vita dei re anche tiranni, non si applicano ad essi.

Non è questa una formale apologia del regici-