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per una spedizione armata in quel lontano continente; la prospettiva di massacri in Cina somiglianti a quelli di Aua e Abba Carima; le prigioni e i bagni popolati da migliaia di cittadini innocenti; l’infame domicilio coatto ove gemono da lunghi anni tanti poveri padri di famiglia, colpevoli di essere socialisti o anarchici; tutto questo è stato detto in queste colonne.

Vittorio Emanuele III sarà obbligato di seguir la stessa politica. Preso nell’ingranaggio dinastico bisogna che egli vada fino alla fine; dunque per l’Italia non vi sarà nulla di cambiato, le cose andranno come sempre.

E ciò sino a quando il popolo italiano divenga padrone dei suoi destini, e che mai più le repressioni crudeli, le ingiustizie e la miseria armino il braccio d’un Passanante, d’un Acciarito o d’un Gaetano Bresci.


Non mi sono sbagliato: conoscendo la polizia italiana come io la conosco, la profezia era facile.

Infatti non si è mai visto una simile cecità. Il terrore bianco che seguì la caduta della rivoluzione del 1793 non è nulla in confronto.

Migliaia di famiglie sono gettate nella miseria e nella desolazione per gli arresti e le condanne ingiuste ed arbitrarie dei loro capi, dei loro sostegni.

Non vi è sicurezza per nessuno e ciò senza distinzione di sesso nè di età.

L’arbitrio più infame, la follìa, l’acciecamento imbecille, presiedono agli arresti.

Le condanne per apologia di regicidio piovono come grandine, ciò che prova che non tutti disapprovano l’atto di Bresci.

Una parola, uno sguardo, un nonnulla è un delitto di lesa maestà. Per avere io scritto l’articolo qui riportato, mi hanno chiamato il parricida ed hanno chiesta la mia estradizione dalla Francia.