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perché tu la vedresti
come un lampo sparire; e dietro a lei
si veloce il mio cor n’andrebbe, ch’io
non le potrei pur dir:—Mio core, addio!
Nar.Or voi vi state ascosi,
che bench’ella si desti,
quando pur voi non veggia,
per me non fuggirassi.
Amin.Odi, odi.
Nar.Il ciel m’aiti.
Amin.Pon cura che, movendo
que’ vepri, non le punga un qualche spino
la tenerella gota.
Nar.Or tu mi sembri
più di lei tenerello.
Vatten, rimira e taci.
Niso.Eccolo giunto.
Or la discopre. Ah par che quella mano,
mentre si muove intorno a quel bel volto,
mi solletichi ? core.
Nar.Oimè! pastori,
o pastori, correte,
correte, oimè, che Celia,
se non è morta, muore!
Amin.Ahi!
Niso.Ahi, Celia muore?
Nar.Non è già qui d’intorno ombra ch’adduggi.
Niso.O Celia, o vita mia!
Amin.Ma non ho tanto core,
non ardisco mirarla.
Niso.Deh non rispondi, o Celia?
Nar.Sbranca, Niso, que’rami:
fuor di questi cespugli
vo’ trarla in qua su l’erba.
Amin.Narete, di’, viv’ella?
Nar.Né per cotale scossa
veggio che si risenta. Or qui posiamla.