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Niso.S’altro non puoi, deh vanne;
prova ancor tu se la tua man, quantunque
per vecchiezza tremante,
ha forza infra que’ pruni
di scoprir il bel volto,
che noi si dolce impresa
abbiam tentata in vano,
poich’indi i’ non so quale
spira virtù segreta,
ond’appressando il piede
torpe la mano, e l’alma
fin entro al cor s’agghiaccia.
Nar.Oh di maga beltate opra d’incanto!
La donnesca beltà, se noi sapete,
è la maga del cielo, ond’egli ’n terra
sue meraviglie, e le più grandi, adopra.
E quell’ardor, quel gelo,
quell’ardir, quella tema,
onde, com’a lei piace, affrena o sferza
il core ammaliato,
tutti son pur effetti
de l’alta sua magia,
contra la qual non giova
carme, pietra ned erba.
Appena vai talora
d’una rugosa pelle
cotta al sol di molt’anni
portar coperto il volto.
Ond’ io, che ben armato
men vo di voi più forte,
trarrٍ fors’anco a fine
la per voi male incominciata impresa.
Amin.Va’ pur dunque.
Nar.Attendete.
Niso.Ascolta, ascolta.
Guarda che non la svegli,