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ATTO TERZO
Ner.A me, se tal pur sembro
ch’altri debba coi doni
comprar de l’amor mio. Ah ch’io son vecchia,
né trovo più da vender le mie merci !
Chi ha dovizia d’anni,
compra, non vende amori.
Ma tu ? sai, e t’infingi:
d’altro viso è ? suo amore
(misero lui!): amore
di perduta speranza:
se non che ’n quest’un cerchio
(mira in che breve spazio) ora per lui
la fortuna, rotando,
la sua vita racchiude,
le sue speranze aggira.
Clori.Trammi di pena omai:
com’ha nome il pastore? ove si trova?
Fa’ch’io ? veggia e gli parli.
Ner.Altro appunto e’non brama. —Avanti, Niso! —
Ecco ? pastor ch’io dico; il riconosci?
Un de’ due che staman, se tu pur fosti
a la pompa del vَto,
vedesti gir trionfatore al tempio.
Niso.O bellissima ninfa, io son colui
che trionfٍ stamane,
e che morrà stasera,
se non m’aita Amore.
Clori.(Altro nome, altra voce, altra sembianza.
Ma che non cangia il tempo e la fortuna?
Parmi che ? raffiguri,
via più che gli occhi, il cor; ma temo forse
non il desio m’inganni.)
Dimmi, pastor gentile, è tuo quel cerchio?
Niso.Egli è mio, se non quanto
anch’io son pur d’altrui.
Clori.Quando e come l’avesti, e chi tei diede?