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          ?? FILLI DI SCIRO
          soletta or qui d’intorno
          già sospirando il di ch’io rivedrei
          colà nel patrio cielo il sol di Smirna.
          Ma tu da me che brami?
          Ner.La vita d’un pastore.
          Clori.Addio, men vado;
          sai ben ch’io non ascolto
          chi mi parla d’amore...
          Ner.O dispettosa,
          odi me, non fuggir; G amor ch’io dico,
          amor certo e’ non fia ch’a te dispiaccia,
          no, non, affé, tei giuro
          per questa bella e cara man ch’io stringo.
          Clori.Che è cotesto? (Oimè!) Dammel, ti prego.
          Ner.(Halmi tratto di mano.) Or ve’s’è bello!
          Ma tempo avrai da vagheggiarlo. Intanto
          odi quel ch’io vo’dirne.
          Clori.(Il mio non è: l’ho pur al collo, il sento.
          Forz’è ch’e’sia di Tirsi. O dèi, che veggio!)
          Ner.Lieto, o Niso, rinfranca
          tuo perduto coraggio: a costei piace
          fuor di modo il tuo don: farà che piaccia
          a Celia ancor, s’ella gliel porta. Vedi
          come intenta il rimira.
          Niso.Segui, Nerea, deh segui,
          che sol per te rinverde,
          se fior ho di speranza.
          Clori.(Ma se, morto il mio Tirsi, in man d’altrui
          fusse caduto il cerchio?)
          Or chi ti die, Nerea, cerchio si bello?
          Ner.Gentil pastor mei die.
          Clori.Pastor di Sciro?
          Ner.D’altre contrade.
          Clori.Ed a che fin tei diede?
          Ner.Per segno del su’ amor, de la sua fede.
          Clori.D’amor ch’egli a te porti?