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Ma non ten caglia, no: cruda e severa,
benché tarda talor, sopra gl’infidi
vien dal ciel la vendetta.
Non sai ciٍ che Peloro,
quel Peloro di cui ninfa non vide
più fido amante in Sciro,
non sai ciٍ ch’ei dicea?
La fede è la deità, per cui Amore
là su tra’ dei s’inciela.
Senza la fede Amore, egli dicea,
Amor non è, né dio.
È spiritel d’inferno,
che, accese in Flegetonte atre fiammelle,
finge d’Amor la face,
e i suoi mentiti ardori
va d’intorno spirando,
per la cui scelerata orribil colpa
colà giù ne lo ’nferno
(odi giusto castigo)
da’ quei mostri d’abisso,
in sembianza de’ suoi traditi amanti,
l’anima disleal vien tormentata.
Ma tu più chiaro omai
deh mi discopri il tuo dolor, che s’io
non potrٍ dargli aita,
te n’avrٍ almen pietade.
Celia.A me che pro?
Non spero aita e non desio pietade.
Serp.Non mi tacer almeno
l’infedel tuo nemico. G sarٍ teco,
e farem si ch’ei lasci
o la vita o l’amor, per cui t’offende.
Celia.La vita, e non l’amore.
Serp.E vuoi ch’e’ mora?
Celia.G vo’ ch’e’ mora. E s’altra man non trovo
del mio giusto desire