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PROLOGO E INTERMEZZI DI IPPOLITO AURISPA alla « Filli di Sciro » rappresentata nel 1619 in macerata. La finzione.
Quando nel petto di novello amante
insidioso Amor, fabro d’inganni,
quas’in fucina le sue fiamme avviva
per fabricar di speme aurea catena,
onde l’anima resti
fra soavi ligami
con frode occulta amaramente involta,
dai dolci sguardi e cari
di due luci pietose
trae le faville, ond’al principio ancora
lento foco ministra, e tal che pare
semivivo languente. Ahi, quando poi
su l’esca del desio forte s’appiglia,
di sua cara salute
quant’ei più spera, in disperar s’avanza,
che non cessa la fiamma,
perché d’amare lacrime si sparga,
se pur il pianto istesso,
le speranze e i sospiri,
le dolcezze e i martiri,