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ed ecco aura leggiera,
dolce scotendo i vanni,
le torbid’ire a tranquillar si leva.
Talor caliginosa orrida notte
la bassa terra in cieche nubi involve,
e scatenato da l’eolie rupi
esce Noto fremente,
quasi a portar per lo gran vano a volo
con l’intiere foreste i monti aspiri;
squarciano il nero sen de l’aria fosca
con fiamme portentose
intrecciate saette, e par che tutto
da le radici si divelga il mondo,
quando la sposa di Titon, disciolta
la chioma luminosa in riva al Gange,
dل bando a le tempeste, indora il cielo,
inargenta le spiagge, inostra i colli,
e gravida di luce
più bel s’accinge a partorire il giorno.
Non si turbi uman petto, e non disperi
de l’aita del ciel ne’ casi avversi.
Non son le doglie eterne,
e sovente improvviso
suoi di grembo al dolor nascer il riso.