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Ita me amor lassimi animi ludificat, fugat, agit, appétit, raptat, retinet, lactat, largitur. Quod dat non dat, deludit: modo quod suasit, dissuadet, quod dissuasit, id ostentat. (Atto II, se. i). Potevasi egli dipinger meglio la tempestosa agitazione d’un animo innamorato? Ovidio in quel suo doppio amor la provٍ e la descrisse anch’egli: Pulchrior haec illa est, haec est quoque pulchrior illa, et magis haec nobis, et magis illa placet. Errant, ut ventis discordibus acta phaselus, dividuumque tenent alter et alter amor. (Amor., Il, io). A che dunque ormai cotanta disputa? Intra due soggetti egualmente amati, possa o non possa la volontà innamorata eleggere, certa cosa è che non puٍ nella deliberazion non esser grandemente agitata: il che ci basta per la verisimili- tudine del caso di Celia in questa parte della sua perplessità. La quale se dovesse poi condurla infin al volerne morire, abbiamo a vederlo altrove che qui, avendo conchiuso che si posson dar due soggetti, i quali o siano o paiano egual- mente amabili, come a Celia i due pastori pareano; che due soggetti egualmente amabili possono esser egualmente amati, come erano da Celia i due pastori ; e che tra due soggetti egualmente amati la volontà o non puٍ eleggere o non puٍ prima che elegga non esser grandemente agitata, come a Celia co’ due pastori avveniva. Già chiaramente appare che l’agguaglianza dei due amori di Celia in niuna parte è im- possibile od inverisimile: ch’era il soggetto del terzo capo. Vegnamo al quarto.