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ramente potersi amar più d’uno ad un tempo. Il Tasso, non come Celia, la qual fin da principio andٍ congiuntamente ambidue gli amori concependo, ad un tempo, ad un parto nacquero e si fer grandi i miei gemelli amori, (Atto II, se. 2). ma, quello che è più malagevole a credere, dopo aver d’uno amore fortemente il cuore impresso, ecco lui d’un altro pari- menti acceso, s’a lui di lui convien di credere, là dove, il suo doppio amor descrivendo, dice: L’incendio, onde tai raggi uscir già fuore, rinchiuso è ben, ma in nulla parte spento, e per nova beltà ne l’alma sento svegliarsi un novo inusitato ardore. Serve indiviso a due tiranni il core, a’ vari oggetti è un pensier fermo e intento, e per doppia cagion doppio è’1 tormento: chi mai tai meraviglie udio d’Amore? (Tasso, Rime). Lo Alamanni nelle sue elegie: Come il consenti tu, crudele Amore, che fuor d’ogn’uso uman per Cinzia e Flora porti due piaghe, e non ho più d’un core? Ovidio poi, il qual, perché meglio d’ogni altro conosceva i costumi d’amore, fu dato dalla madre Venere a Cupido per aio (Aeacidae Chiron, ego sum praeceptor Amori s), udite ciٍ ch’egli ne scrive a Grecino, a quel Grecino appunto, che insieme con alcuni di voi negava potersi amar più d’uno ad un tempo: