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i8o discorsi oggetti, benché diversi e non subordinati, possan perٍ con- correre al compimento d’alcuna cosa: cosi, dic’egli, il me- dico, intento alla temperatura, puٍ con lo stesso atto voler il caldo e ? freddo, che son oggetti diversi e non subordinati, ma tali che unitamente concorrono ad integrar il tenor del temperamento. Ma quale ormai di queste condizioni s’adempie nell’amor di più amanti? sotto qual ragione comune vorrem noi comprender due rivali? o che potranno eglino mai con- correre ad integrare? Rispondo che l’una e l’altra condizione ci s’adempie. La prima, perché più amanti posson tutti esser compresi sotto la ragion del dilettevole amoroso, o diciam dell’amorosa amabilità. Onde si come l’avaro puٍ con lo stesso atto volere il vino e la veste, perché l’uno e l’altro gli è utile, cosi l’amorosa Celia puٍ con lo stesso atto amare Aminta e Niso, perché l’uno e l’altro l’è dilettevole. La se- conda, perché l’amorosa amabilità, si come abbiam dimostrato altrove, da molte cagioni deriva, e molte parti contiene, delle quali una ad uno, ed altre posson convenire ad altri. Onde, si come il medico puٍ con lo stesso atto voler il calore e la frigidità, perché l’uno e l’altro concorre a formare il tempe- ramento, cosi Celia puٍ con un atto solo amare Aminta e Niso, perché ambidue coi meriti loro concorrono a compier la ragione dell’amorosa amabilità innanzi agli occhi di lei; alla qual perٍ non mai, quando vide Aminta solo o Niso solo, ma solamente quando vide ambidue insieme, le parve che fosse quivi tutta la bellezza raccolta, e disse: or ecco quanto ha di bello il mondo. (Atto III, se. 5). Ma qui nuova difficoltà surge; perché se l’avaro e se il medico miran nello stesso punto, con lo stesso atto a cose diverse, elle son perٍ cose tutte insieme compatibili; puٍ conseguir ad un tempo l’avaro la veste e ? vino, il medico il caldo e ? freddo. Ma due amanti ad un tempo sono incom-