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dunque ha voluto il cielo
che viva io ti ritrovi
solo perch’io t’ancida? ahi, non bastava
a la miseria mia
la tua morte, s’io stesso
non era l’omicida?
Fil.S’altro da me non chiedi,
G me n’andrٍ.
Niso.Ma tu, cerchio ’nfelice,
tu che dell’error mio fusti ad un tempo
accusatore e reo,
or to’, va’ negli abissi.
Fil.(Deh, nel torrente ei l’ha gittato.)
Niso.Quinci
Tu la mia colpa accusa,
le mie pene apparecchia:
quinci a poco io ti seguo.
Fil.Costui si furioso
mi spaventa, impazzisce.
Io men vo’ gire.
Niso.O stolto,
errai. Che feci? a che gittar il cerchio?
Filli fors’anco è viva.
Ma che perٍ? Non fia
che già ? colpo crudel de la sua morte
10 non abbia scoccato. Omai che spero?
potrٍ forse negando
ricoprir l’empietà de Terror mio?
O giustizia d’Amore, hai pur voluto
che questa propria lingua innanzi a lei,
a lei stessa dispieghi
fra mill’empi sospiri
il mio ’nfedele ardore.
Ma sia che puote, i’ voglio,
viva o morta che sia,
gir a trovar costei: