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del mondo materiale con l’aiuto e secondo il concetto della scienza naturale teorica) vuol dire ricondurre le trasformazioni del mondo materiale ai movimenti degli atomi, prodotti dalla loro forza centrale indipendente dal tempo, ovvero ridurre i processi della natura alla meccanica degli atomi.

È un fatto di esperienza psicologica che, dove tale riduzione riesce, il nostro bisogno di causalità si trova provvisoriamente soddisfatto. I principi della meccanica sono matematicamente dimostrabili, e portano in sè la stessa apodittica certezza dei teoremi matematici. Se le trasformazioni del mondo materiale possono essere ridotte ad una somma costante di forze d’espansione e di forze vive, o ad un’energia potenziale e cinetica inerente ad una costante quantità di materia, altro non resta in tali trasformazioni da spiegare.

L’affermazione di Kant nella prefazione ai Primi elementi metafisici della scienza naturale che «in ogni speciale studio della natura si può raggiungere in realtà solo tanto di scienza quanto si raggiunge di matematica» è dunque da considerare tanto più strettamente applicabile qui dove per matematica s’intende la meccanica degli atomi. Questo evidentemente egli pure voleva dire quando negava alla chimica il nome di scienza e la metteva fra gli studi sperimentali. Non è meno degno d’osservazione il fatto che nel nostro tempo la chimica, mentre la scoperta della sostituzione la costrinse a rinunciare al dualismo elettrochimico, si è apparen-