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orlando innamorato |
[St. 87-90] |
Poi che assai se ebbe indarno affaticato,
Delibra altrove sua forza mostrare,
E nella schiera de’ nemici entrato
Cavagli e cavallier fa trabuccare.
Ma cento passi non è dislongato,
Che Ranaldo lo vene a travagliare;[1]
E benchè molto stretto non lo offenda,[2]
Forza li è pur che ad altro non attenda.
Tornati sono alla cruda tenzone:
Bisogna che Ranaldo giochi netto.
Ecco venire il gigante Orïone,
Che se ne porta preso Ricciardetto.
Per li piedi il tenìa quel can fellone:
Forte cridava aiuto il giovanetto.
Quando Ranaldo a tal partito il vede,
Della compassïon morir si crede.
Così nel viso li abondava il pianto,[3]
Che veder non poteva alcuna cosa;
Mai fu turbato alla sua vita tanto.
Or li monta la colora orgogliosa......
Ed io vi narrarò ne l’altro canto
Il fin della battaglia dubitosa,
Che, come io dissi, cominciò a l’aurora,
E durò tutto il giorno, e dura ancora.
- ↑ P. venne.
- ↑ Mr. non offenda.
- ↑ E. Fu si; MI. E si; Mr. Cusì.