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456 orlando innamorato [St. 39-42]

         Qua non se indugia, e segue Trufaldino,1
     Che tuttavia fuggiva per quel piano;
     Ma fece in quel fuggir poco camino,2
     Chè ebbe a le spalle il destrier Rabicano,
     E venuto era di morte al confino:
     Ma soccorso gli dava il re Adrïano.
     Ranaldo lo ferì con tanta possa,
     Che a terra lo fe’ andar quella percossa.3

         Trufaldin se ne andava tuttavia
     Ben mezo miglio a Ranaldo davante;
     Ma Rabicano a tal modo seguia,
     Come avesse ale in loco delle piante.
     Ranaldo gionto il traditore avia,
     Ma di traverso ancor gionse Aquilante,
     E l’un ferisce l’altro con tempesta.
     Ranaldo colse lui sopra la testa,

         Sì che alle croppe lo mandò roverso,
     Fuor di se stesso e pien di stordigione;
     Nè ancora ha Trufaldin di vista perso,
     Quando alla zuffa è gionto Chiarïone.
     Menò Ranaldo un colpo sì diverso,
     Che gettò quel ferito de l’arcione;
     E segue Trufaldin con tanta fretta,4
     Che apena è più veloce una saetta.

         Mentre che così caccia quel ribaldo,
     Il conte con Marfisa s’azuffava,
     Però che, mentre che non vi è Ranaldo,
     A suo piacer Baiardo governava.
     Ciascuno alle percosse era più saldo,
     Nè alcun vantaggio vi se iudicava;
     Vero è che ’l conte avea suspizïone,
     Non se fidando al tutto del ronzone.

  1. P. omm. se.
  2. P. il seguia.
  3. Ml. e Mr. lo fece; P. il fece.
  4. P. Poi.