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orlando innamorato |
[St. 39-42] |
Qua non se indugia, e segue Trufaldino,1
Che tuttavia fuggiva per quel piano;
Ma fece in quel fuggir poco camino,2
Chè ebbe a le spalle il destrier Rabicano,
E venuto era di morte al confino:
Ma soccorso gli dava il re Adrïano.
Ranaldo lo ferì con tanta possa,
Che a terra lo fe’ andar quella percossa.3
Trufaldin se ne andava tuttavia
Ben mezo miglio a Ranaldo davante;
Ma Rabicano a tal modo seguia,
Come avesse ale in loco delle piante.
Ranaldo gionto il traditore avia,
Ma di traverso ancor gionse Aquilante,
E l’un ferisce l’altro con tempesta.
Ranaldo colse lui sopra la testa,
Sì che alle croppe lo mandò roverso,
Fuor di se stesso e pien di stordigione;
Nè ancora ha Trufaldin di vista perso,
Quando alla zuffa è gionto Chiarïone.
Menò Ranaldo un colpo sì diverso,
Che gettò quel ferito de l’arcione;
E segue Trufaldin con tanta fretta,4
Che apena è più veloce una saetta.
Mentre che così caccia quel ribaldo,
Il conte con Marfisa s’azuffava,
Però che, mentre che non vi è Ranaldo,
A suo piacer Baiardo governava.
Ciascuno alle percosse era più saldo,
Nè alcun vantaggio vi se iudicava;
Vero è che ’l conte avea suspizïone,
Non se fidando al tutto del ronzone.
- ↑ P. omm. se.
- ↑ P. il seguia.
- ↑ Ml. e Mr. lo fece; P. il fece.
- ↑ P. Poi.